Laura & Davide
Da tanto tempo speravo di essere la fotografa di un matrimonio al Camp di Cent Pertigh, un posto magico immerso nel verde a nord di Milano e la quintessenza della campagna della Brianza — nonché del mangiar bene.
L’occasione è arrivata con Laura, la cugina di una mia sposa di qualche anno prima, che mi ha scelta per il suo matrimonio autunnale che ci ha regalato un’ottobrata indimenticabile.
Un gusto impeccabile, quello di Laura, che ha scelto fedi di Damiani {qui fotografate su un’agenda Moleskine Wedding Planner} …
… un fresco bouquet e la scatolina vintage portafedi creati dalla sapiente mano di Sofia Barozzi de Il Profumo dei Fiori Milano …
… una suite tipografica contemporanea con un twist rustic-chic tutta giocata sui toni del verde salvia, che poi sarebbe stata la copertina dell’album che ho realizzato per lei …
… uno dei modelli più gettonati di scarpe da sposa, le Romy di Jimmy Choo …
… e dulcis in fundo, Laura ha fatto realizzare il proprio abito da sposa da Couture Hayez, dove non solo ha vissuto un’esperienza stupenda grazie alla professionalità dell’atelier ma le è stato anche donato il bozzetto del suo vestito.
La cerimonia si è svolta in un pomeriggio d’inizio autunno il cui tepore era come un abbraccio, nell’atmosfera raccolta della chiesa di Sant’Ambrogio a Milano, il rumore vivace della città tutto intorno a noi e lì dentro tanto raccoglimento e tanta pace.
Dopo la cerimonia, siamo stati catapultati in un vero paradiso bucolico, un posto dall’accoglienza calorosa e dagli arredi autentici punteggiato di brocantage che la proprietaria ricerca e scova ogni anno in Provenza e in tanti altri angoli di eccellenza artigianale: la cascina del ristorante Camp di Cent Pertigh a Carate.
Qui da noi a Milano, la mia città d’adozione dove ho il mio studio di fotografo di matrimonio e vivo da oltre vent’anni, Sem ammò al camp di cènt pertigh significa letteralmente “Siamo ancora al campo delle cento pertiche” ed è un modo di dire milanese per intendere che ci si trova in una situazione difficile, irrisolvibile, ad un punto morto, senza via d’uscita.
Mi piace pensare che quel luogo magico l’abbiano chiamato così perché, una volta entrati, una via d’uscita è l’ultima cosa che si vuole.
Buona visione !